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Primo M.llo Marchesani
IN RICORDO






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Un Uomo, un Alpino
In ricordo del Primo Maresciallo
Francesco Marchesani
15 agosto 2018
di Monica Cusinato


Foto concesse da G. Ialongo tratte dalla pagina fb "Memoria dell'Aosta"
  Ci sono Uomini (la maiuscola non è a caso) che fanno scelte, che trasformano poi in passioni, lasciando dietro e dopo di loro un ricordo indelebile ed un ottimo esempio da seguire. È questo il caso del primo maresciallo Francesco Marchesani: abruzzese di origine, arruolato giovanissimo per scelta, giurò fedeltà alla Patria e scelse di servirla fino in fondo, fino al momento della sua prematura morte a soli 52 anni, dopo aver lottato da vero Alpino (di nuovo la maiuscola non è a caso) contro una malattia che non gli ha lasciato scampo. Uomo d’altri tempi pur così giovane, il nostro Marchesani: non si è limitato a scegliere una professione atipica, pericolosa e, in questi tempi, invisa ad un ristretto numero di cittadini contrari a tutto, soprattutto al valore del coraggio e all’amore per la Patria: no, l’ha trasformata in servizio completo verso gli altri, in passione ed amore verso il Corpo degli Alpini oltre gli obblighi di servizio, oltre all’orario di lavoro, oltre al “signorsì” detto per rispetto e dovere verso i Superiori, e tutto questo sempre con il sorriso sulle labbra.
In forza al Centro Addestramento Alpini di Aosta, pluridecorato nelle missioni all’estero, è “andato avanti” il 15 agosto 2018, lasciando la compagna, i tre figli e tutti coloro che l’avevano conosciuto in profondo dolore e sgomento. Sempre spontaneo, sorridente e disponibile, e sempre presente con il “suo” battaglione Aosta nei pellegrinaggi al Monte Pasubio, la prima domenica di settembre di ogni anno, organizzati dalla sezione A.N.A. di Vicenza “Monte Pasubio”. Nel 2017, insieme ai agli Alpini del Btg. Aosta, ai Sottotenenti alpini del 195° Corso Tecnico Applicativo, alcuni colleghi Sottufficiali ed i suoi comandanti (tra i quali,  il 1°Lgt. Fabrizio D’Incà, il Mar.Ca. Manuel Levan, il Ten.Col. Enrico Camusso ed il Comandante del reggimento , Col. Giovanni Santo) si era recato all’Imbuto della Lora, sfidando le intemperie ed i relativi pericoli, per collocare una croce in pietra da due quintali nel luogo esatto in cui c’era il cimitero che accoglieva le salme di oltre 200 alpini dell’Aosta, morti in seguito alla frana della Lora del 05 settembre 1917, prima che tutte le salme fossero traslate al Sacrario nell’immediato dopoguerra; faticava a camminare sotto il peso dello zaino colmo di reperti disseminati su quelle cime da portare al museo del reggimento,
Appassionato di storia e letteralmente innamorato del “suo” 4° rgt Alpini, gestiva nei fine settimana e nel tempo libero che gli rimaneva il museo presso la caserma dove ogni giorno si presentava con l’uniforme in perfetto ordine, e si occupava anche del Sacrario allestito nella caserma “Testa Foschi” di Aosta.
Granitico come le montagne abruzzesi, indomito come le aquile sulle vette valdostane, ha messo lo zaino a terra, sicuro che qualcuno è pronto a raccoglierlo e a riempirlo di nuove sfide e dei grandi valori umani che lui incarnava.
Il ricordo di chi l’ha conosciuto rimarrà indelebile. Arrivederci Maresciallo: ci rivedremo nel Paradiso di Cantore, “Cha cousta l’on cha cousta…. Viva l’Aousta’!”

sotto nella foto assiema al col. Giovanni Santo
versione 6.1 - 11 Febbraio 2018
Viale d'Alviano, 6 - 36100 Vicenza - tel. e fax 0444.926988 - e-mail: vicenza@ana.it
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