Lampada della Pace 2018 articolo - AlpiniSezioneVi

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Lampada della Pace








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Vicenza, Monte Berico
sabato, 27 Ottobre 2018
La Lampada della Pace
di Monica Cusinato
foto di A. Ceola

La lampada votiva per la pace ha compiuto il suo ultimo pellegrinaggio sabato 27 ottobre: dopo quattro anni in cui ha viaggiato nei luoghi della memoria della prima guerra mondiale, portata con incessante impegno e devozione dagli alpini della zona “Masotto” e scortata dai consiglieri della nostra sezione, ha trovato la sua ultima e perenne dimora nel Santuario mariano di Monte Berico, a perenne memoria dei Caduti militari e civili del devastante conflitto, come simbolo di pace e speranza.

Dopo l’alzabandiera in Piazza dei Signori, il corteo formato dalle Associazioni Combattentistiche e d’arma del territorio, dalle autorità civili, militari, religiose, della cittadinanza, e della società civile hanno scortato la lampada, seguita dalla bandiera “Jesus” (vedi Alpin fa Grado n. 2/2018), fino al piazzale della Vittoria a Monte Berico, tra i più grandi monumenti ai Caduti a cielo aperto d’Europa, dove si è svolta la cerimonia officiata dal Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol: il colpo d’occhio sullo schieramento, ha riportato alla memoria la famosa omelia del Vescovo di Vicenza mons. Rodolfi del 5 maggio 1918, durante la benedizione dei soldati in partenza per il fronte e dei gagliardetti dei battaglioni alpini “Vicenza” e “Monte Berico”, anche se le attuali motivazioni di farla all’aperto anziché nel santuario al riparo dalla pioggia fine e fastidiosa sono state altre.

La lampada, creata dall’idea iniziale di un gruppo di amici costituitosi poi in Comitato, ha iniziato la Sua storia nel 2014: da allora ha percorso migliaia di chilometri, arrivando in Austria con la Croce Nera Austriaca, a Roma all’Altare della Patria e al Pantheon, a Trento, a Vittorio Veneto, Redipuglia, Assisi, oltre che nei quattro sacrari della nostra provincia e sostando ai monumenti ai Caduti dei Comuni della provincia in occasione dell’annuale pellegrinaggio sezionale al Monte Pasubio. Non è una proprietà, ma, custodita a Monte Berico, è stata messa a disposizione di tutte le organizzazioni che, condividendone lo scopo, abbiano voluto utilizzarla in commemorazioni legate al centenario. La sezione A.N.A. di Vicenza, il cui consigliere Virginio Zonta fa parte del Comitato “Lampada per la pace”, ha dato il suo instancabile ed entusiastico contributo alla realizzazione di questo pellegrinaggio votivo durante tutti i quattro anni di commemorazione del centenario della Grande Guerra, fornendo mezzi, Uomini, Donne, logistica e materiali. Grande soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa da parte del presidente Luciano Cherobin e di tutti i consiglieri sezionali, in particolare di Virginio Zonta e Luca Franzina che non hanno potuto mascherare l’emozione nel vedere collocato il manufatto nella sua posizione definitiva, a perenne monito contro le atrocità che ogni conflitto porta. Accanto alla lampada è stato posto un bassorilievo in bronzo dello scultore vicentino Vittorio Tessaro, raffigurante la lampada, i quattro sacrari della provincia e cinque colombe raffiguranti i continenti terrestri.

Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, esprime a nome dei vicentini la volontà della città di aprire le sue porte alla Pace, nel ricordo di tutti i Caduti di ogni nazione, onorando la loro memoria.

Il Prefetto di Vicenza, Umberto Guidato, auspica che il chiarore di questa lampada possa illuminare il cuore dei giovani e guidarli nella costruzione di una società che ripudi la guerra, la violenza e l’intolleranza, perché, come ci ha insegnato Papa Giovanni Paolo II, “La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro”.

Oggi come oggi le parole del Vescovo Rodolfi pronunciate cent’anni fa, “Preghiamo per la grandezza d'Italia. Perché ci siano resi i confini che la natura pose; tra coloro che hanno la stessa lingua e sono della stessa stirpe più non si levi alcuna barriera”, possono suonare anacronistiche e colme di retorica, ma dobbiamo pensare alla situazione in cui vivevano le nostre genti all’epoca. Partendo da quello che fu la Grande Guerra, agli strascichi storici che si portò appresso, dai trattati di pace di Versailles e dalle aspettative disattese delle Nazioni, nacquero poi altri nazionalismi, altre dittature, altre guerre. Ogni conflitto, armato come allora o tecnologico o economico come ora, nasce irrimediabilmente da questioni irrisolte nel passato: questo è il segno tangibile che l’essere umano non impara mai dai propri errori, perché non conosce o non vuole conoscere il proprio il proprio passato, non lo studia, oppure lo guarda con la mente chiusa dai propri pregiudizi o dagli indottrinamenti di altri. Se l’essere umano invece facesse tesoro soprattutto degli errori per non perseverare diabolicamente, non ci si dovrebbe affliggere con le notizie provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Africa, solo per citare alcuni degli attuali teatri di guerra. Allora la speranza è che la lampada illumini i nostri cuori e le nostre menti, e ci “renda degni delle glorie dei nostri avi”, non dimenticando mai il perché i nostri Caduti hanno immolato le loro vite.

versione 6.1 - 11 Febbraio 2018
Viale d'Alviano, 6 - 36100 Vicenza - tel. e fax 0444.926988 - e-mail: vicenza@ana.it
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